pubblicato il22/12/2017 17:06:15 sezione
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Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1996, Pienza è il primo e più importante esempio di “Città Ideale” realizzato nel Rinascimento.
In un’epoca di città cinte da mura e interessate soprattutto a spese di fortificazione, la realizzazione di Pienza, chiamata con il nome pontificale di Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, assume un valore altamente emblematico.
Nativo di Corsignano, egli decise di trasformare questo borgo in un centro monumentale, di piccole dimensioni ma dalle caratteristiche architettoniche e artistiche decisamente urbane. Il tema della “Città Perfetta”, costruita secondo criteri architettonici mutuati dall’antichità classica, che agisse direttamente sugli animi di coloro che l’abitavano, stimolandone il benessere spirituale, era stato sovente affrontato e dibattuto, solamente in modo teorico, da architetti, letterati e filosofi del Rinascimento. Grandi infatti apparivano le difficoltà ed eccessivi i costi da affrontare per portare a termine l’impresa. Pio II, invece, osò ciò che nessuno fino allora aveva tentato.
Affidò la progettazione della nuova città a Bernardo Gambarelli, diretto collaboratore di Leon Battista Alberti. Egli utilizzo tutta la sua genialità nel risolvere i problemi di spazio, creando una piazza trapezoidale, altamente scenografica. In poco più di tre anni, tra il 1459 ed il 1462, Rossellino riuscì quasi a completare l’intero impianto urbano, dando vita a una delle maggiori realizzazioni dello spirito rinascimentale del tempo.